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La Fondazione Peano di Cuneo ha invitato Matite in Viaggio a presentare disegni sulla Divina Commedia di Dante Alighieri per l'esposizione "CuneoVualà" che si terrà dal 15 ottobre a metà novembre 2021.Almeno 5 disegni da inviarsi per email entro il 1 settembre 2021, (come da indicazioni già inviate via Email) a: segreteria@fondazionepeano.itChi sarà accettato dovrà inviare gli originali a: Fondazione Peano corso Francia 47 - 12100 Cuneo.
Nel bando per il Premio Antonio Cocco è stato inserito: "Un premio di segnalazione di euro 200, verrà consegnato all'autore che approfondirà con un disegno e un breve scritto il tema: "Acqua fonte di vita".
In queste giornate di clausura i libri ci fanno grande compagnia, dalla rilettura dell'amato Conrad di "Cuore di Tenebra" e del più recente,profetico,"Spillover" di D.Quammen, lo spunto per amare riflessione e l'ispirazione del disegno allegato che mi fa piacere condividere.
In questi giorni di forzata immobilità è il momento di sfogliare l'album dei disegni in giro con i pennelli. Ora si rivive l'intensità dei momenti anche grazie al disegno che è sempre una pausa, un momento di densa interazione con il mondo circostante.Tra tutte scelgo un'immagine dello scorso novembre a Venezia, un ricordo di brillantezza preziosa, un fermo immagine della città colta appena prima dell'acqua alta che avrebbe sfigurato la città di lì a poco. Quel giorno invece è stato perfetto, visitiamo le Stanze del vetro a San Giorgio, i Tre oci che mettono in mostra le foto di Scianna affiancate dai suoi stessi scritti, dando alle immagini ancora più sostanza e spessore.Questa immagine raccoglie un po' tutto questo: l'acqua, la coppa e l'allegria di un'ombra di vino nel bicchiere di vetro, la finestra che incornicia i Gesuati e le Zattere, la fondamenta della Giudecca che sappiamo così esposta alla marea (pranzavamo affacciati sul canale). La luce che si rifrange nell'acqua e nei vetri forgiati dal fuoco fonde l'insieme di contrasti in un'esperienza unica della città, apprezzabile nella densità ed evanescenza dei suoi strati.Come il vetro e l'acqua che intessono cangianti giochi di luce, così appare nell'acquerello il gusto di catturare con il pennello i pigmenti sciogliersi in cristallini riflessi. E poi nuvole che si disperdono nel vento, nel soffio di giornate lievi che si attende di poter rivivere presto.Ilaria Petrussa, aprile 2020
Il mio ricordo più vivo sull'acqua, è legato alla Sicilia dove ho trascorso tutte le mie estati, dai primi anni di vita fino all'adolescenza. Finita la scuola, a inizio giugno, da Torino partivo con nonna Fina per recarmi nel suo paese natale, insieme alle mie cugine e a mia sorella. Nell'immaginario collettivo la Sicilia è certamente associata al mare, ma altrettanto belle sono le sue montagne. Da giugno ai primi di agosto, nell'attesa che arrivassero i miei genitori per andare in una località balneare, io trascorrevo le mie vacanze a Fondachelli Fantina (ME), un piccolo paese tra i monti Peloritani e i Nebrodi. La casa di mia nonna si trova in una minuscola frazione di Fondachelli, chiamata San Martino, non più di 30 case. Questo posto per me era un paradiso. Potevo andare ovunque, libera, godevo di una natura bellissima. Tutto era percepito dai miei occhi di bambina, di conseguenza anche i vuoti e le mancanze che offriva questo luogo, così diverso da Torino, spesso erano un'occasione di gioco e divertimento. L'estate arida e secca siciliana era caratterizzata dalla scarsità di acqua, che nei giorni più torridi non veniva erogata nelle case. Per cucinare e per lavarci eravamo costrette a raccogliere l'acqua alla fontana. Più volte al giorno, in base all'esigenze, riempivamo secchi e bacinelle dalla fontanella che si trova ancora adesso nel centro del paese. In questo modo ho imparato a comprendere appieno quanto sia preziosa l'acqua. Un'esperienza di cui ho fatto tesoro e che probabilmente dovrò rivivere in futuro, in una forma simile, a causa dello spreco e del cattivo uso che si fa di questa risorsa vitale.Marta Naddeo
In questi giorni di quarantena, non potendo uscire di casa, ho scelto tra i luoghi amati della mia vita, questo lembo d'Abruzzo, dove ho una dimora in cui rifugiarmi, un paesino affacciato su un immenso altopiano, dove le albe, aldilà del monte Salviano dietro al Monastero di Pietracquaria, sono fenomeni che ti riempiono il cuore: I Piani Palentini, nella Marsica. E' qui che il 23 agosto del 1268, una cruenta battaglia, che cambiò il corso della storia d'Europa vide la sconfitta e la morte di Corradino di Svevia di anni 15, nipote di Federico II, lo Stupor Mundi, ad opera di Carlo D'Angiò incoronato abusivamente a Roma sul suolo pontificio.E' qui, in queste strade diritte fra i campi, ancora bucolici, che passo le mie solitarie mattine di agosto con la sacca dei colori e taccuini in spalla. Aspetto il diradarsi della nebbia che mette in evidenza negli anfratti migliaia di ragnatele ricamate dalla rugiada, il silenzio mi avvolge, interrotto dal frullare di ali di un ignoto volatile che fugge al mio incedere.Poi mi lascio catturare da un soggetto: un campo coltivato, un vecchio casolare, le montagne familiari e presenti al mio sguardo. Quella mattina di un giorno di agosto del 2019 fu questa pozzanghera, creata dal passaggio dei trattori che catturò il mio sguardo, mi piacque, con sullo sfondo il panorama già assolato dei campi e dei pioppi argentini.Maurizio Moretti
Quanto sarebbe piaciuto ai pittori ed architetti d'Ottocento avere a disposizione un drone per disegnare le vedute a volo d'uccello.Con un occhio digitale oggi si potrebbe sorvolare questo lembo veneto friulano e scorgere le linee tracciate sulla pianura con la precisione di un righello. La strada napoleonica tra Codroipo, Palmanova e Gradisca, la mancata ferrovia che è diventata la strada "ferrata" tra Portogruaro e Udine, la Pontebbana tra Mestre e Tarvisio. L'altra linea che si apre un varco come in un infinito che sfuma nella bruma a fianco della costa è l'idrovia Litoranea Veneta che fungeva da canale navigabile e collega la laguna veneziana al golfo di Trieste.Come nodini sulla cima di un filo presidiano l'idrovia la Chiusa di Bevazzana ed il ponte girevole, a due passi dalla foce del Tagliamento.In una domenica d'autunno ancora tiepido mi inerpico sulla balaustra fissa del ponte e disegno la chiusa. Ricorda le architetture degli utopisti francesi come le saline di Chaux, come si astraesse da quello che la circonda. Invece è stata fatta costruire nel 1915 da Luigi Cadorna "a scopi difensivi" si legge tra i suggerimenti inseriti negli itinerari della grande guerra (evidentemente insufficienti a contenere l'avanzata delle truppe austro-ungariche verso il Piave).Poco più in là è già stato costruito un bacino d'acqua sul fiume Tagliamento che accoglierà una decina di case galleggianti.Pare che una piccola ma densa summa di ingegno idraulico si concentri qui dove ferve la vita sull'acqua.ottobre 2018ILARIA PETRUSSA
Sara, anni 14, e Marco, anni 9, sono andati in viaggio a Plitvice insieme ai loro genitori. Durante la "quarantena" Sara ha scritto il testo e Marco ha fatto il disegno. L'acqua è l'elemento più semplice, indispensabile e unico al mondo. Trasparente, chiara e limpida è simbolo di purezza e di pace. E' proprio questo che ci hanno trasmesso i laghi di PLITVICE; un senso di serenità e tranquillità. I laghetti , di un azzurro vivace, creavano un piacevole contrasto con la natura intorno folta, immobile, di un verde cupo. Questo luogo ci ha insegnato a provare ad essere come l'acqua, ad adattarsi in ogni situazione in cui ci si trova , a scorrere verso il basso come ad andare incontro alla vita.
Il percorso dei fiumi. Dapprima una piccola polla d'acqua, lo scorrere per chilometri e chilometri e finalmente quell'acqua raggiunge il mare aperto. Questo percorso si attaglia perfettamente allo scorrere della nostra esistenza: piccolo embrione all'inizio, il miracolo della nascita, la crescita e lo sviluppo adulto, la maturità e i congiungersi alla fine con l'infinito che nel caso dell'acqua è il mare, immenso, senza limiti... E per questo l'acqua evoca il divenire perpetuo, senza ripetizione, in continua mutazione. Osservare l'acqua è un po' leggere noi stessi, contemplare il presente e immaginare l'avvenire. É una lettura introspettiva che ci incanta e ci coinvolge emotivamente. Mi piace stare ad osservare il fluire dell'acqua: è ipnotizzante come guardare le sempre mutevoli fiamme del camino. Ed è così che mi trovo seduto sull'erba, davanti al mulino sul fiume Dese, in quel tratto in cui il fiume è imbrigliato da una chiusa che regolava un tempo il movimento delle pale del mulino. Concentrati, in silenzio, nella fresca aria del mattino, i miei amici acquarellisti si lasciano conquistare dal rumore dell'acqua, dal fluire della corrente e senza nemmeno rendermi conto, mi si accavallano i pensieri e vola la fantasia. Mi vengono in mente i tranquilli paesaggi di campagna degli impressionisti e in particolare del quadro di Manet "Le Déjeuner sur l'herbe"; così ho pensato di intitolare questo "assembramento" nei pressi del fiume "Les Dessineurs sur l'herbe" in omaggio ai miei amici acquarellisti.. 2ff7e9595c
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